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   Alberino Palumbo

Alberino Palumbo

Alberino Palumbo, attendente di Giovanni Palatucci a Fiume, classe 1924, oggi avrebbe compiuto 100 anni. AUGURI E GRAZIE PER TUTTA LA TUA UMANA SOLIDARIETA'

Alberino Palumbo, giovane pugliese di Neviano in provincia di Lecce, nel giugno del 1943, all’età di 19 anni, è assegnato al battaglione speciale di pubblica sicurezza posizionato in Istria, a San Martino di Sušak. Il 6 settembre 1943 arriva l’ordine di tornare a Roma e a San Martino restano solo dieci agenti ai quali è affidato il compito di trasportare del materiale bellico alla stazione ferroviaria di Fiume. Palumbo e gli altri si trovano lì quando l’8 settembre è reso noto l’armistizio. I giovani militari interagiscono con il personale della Questura di Fiume e Palumbo inizia a lavorare per Giovanni Palatucci, il questore di Fiume.
Palumbo racconta: “Eravamo privi di tutto: in ventiquattro ore Palatucci riorganizzò l’intera questura. Diventai prima attendente e poi suo collaboratore”.
Per un anno, dal 1943, su richiesta di Palatucci, accompagna tanti ebrei, con falsi documenti e falsi salvacondotti, a Borgo Marina ed in altri porti dell’Istria, facendoli sfuggire alla deportazione: “Mi consegnava le lettere [Palatucci, n.d.r.], mi indicava le persone e mi diceva dove portarle. La prima volta mi disse: vai al porto e cerca una persona con un paio di scarpe al collo, è il segno di riconoscimento”.
il 13 settembre 1944 il questore di Fiume è arrestato e deportato nel campo di Dachau, dove muore il 10 febbraio successivo. “I tedeschi – ricorda Palumbo – ci consideravano traditori e diventarono sempre più sospettosi, fino a che non chiusero il cerchio ed arrestarono Palatucci”. Dopo l’arresto del questore, Palumbo riesce a fuggire in Italia. A Cittadella, in provincia di Padova, rischia di essere fucilato dai partigiani ma proprio uno di essi lo salva, e così fa ritorno a Lecce, dalla madre.
Il 28 marzo 2003 è stata conferita ad Alberino Palumbo la medaglia d’argento al merito civile con la seguente motivazione: “Giovane attendente del Commissario di P.S. Giovanni Palatucci, ben cosciente dei pericoli cui si esponeva, tra il 1943 e il 1944, prestava la sua fattiva collaborazione nella pericolosissima opera di salvataggio di migliaia di ebrei dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti. Nobile esempio di elette virtù civiche ed umana solidarietà. Settembre 1943-settembre 1944 – Fiume.”

Carmine Granito, portavoce del Centro Studi "GIOVANNI PALATUCCI"
31 gennaio 2024