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Ex Monastero di S.M.Maddalena
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La fondazione del complesso della Maddalena è legata a Paolino De Risis e, come S. Spirito fu destinato alle monache benedettine. Sorse nel 1571 «nelle sue case in pede Zappini iuxta bona A. Trotta e altri confini». La creazione a così breve distanza di tempo, in luoghi così prossimi, di due edifici claustrali destinati allo stesso ordine monastico mostra quanto fosse importante per i potenti locali aggiungere alle glorie di famiglia lo “ius patronatus” sulle fondazioni monastiche. Nel corso dell'Ottocento l'edificio fu destinato a diversi usi che ne accentuarono il progressivo degrado. Nell'ultimo periodo borbonico vi furono sistemate le carceri in cui erano rinchiusi i carbonari. Uno dei prigionieri, l'architetto Lorenzo Petrelli, nel 1851 stilò un progetto di trasformazione della fabbrica in «Prigione provinciale». In mancanza di opere realizzate in questi anni, i disegni possono fornirci un'idea degli orientamenti in campo architettonico nella cittadina di Principato Citra. L'invaso di dimensioni molto limitate e già in gravi condizioni prima del terremoto del 1980 è ormai distrutto. L'aula, quasi quadrata, priva di abside affaccia sui sottostanti edifici di via Giudeca. Pochi stucchi ottocenteschi che disegnavano lievi archi a tutto sesto sui muri perimetrali ricordano la primitiva destinazione sacra del locale che fra il 1919 ed il 1926 funzionò da parrocchia durante i lavori nella chiesa dei SS. Salvatore e S. Antonino. Dopo la guerra fu adibita a varie attività ed oggi ospita le scuole elementari.
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