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   Il convento di S.Martino
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l convento di S. Martino fu edificato nel XVI sec. dai PP. Cappuccini nella parte meridionale del centro abitato di Campagna, lungo l’antica strada “Ariana”, in una posizione ottimale per il soleggiamento, per la salubrità dell’aria e per il panorama di cui si può ancor oggi godere. Il 30 marzo 1573 fu acquistato dal Canonico della Collegiata di Campagna, Don Giovanni Antonio Porcelli, tutto il terreno in località S. Martino allo scopo di offrirlo all’Ordine dei frati cappuccini affinché vi erigesse un convento, oppure un ospedale. La chiesa fu solennemente consacrata dal Vescovo di Campagna, Mons. Giulio Cesare Guarnieri, il 3 marzo del 1594. Il primo guardiano di cui si ha notizia è il P. Antonio da Lagonegro nel 1596. Nel 1599 ricopriva la stessa carica P. Giovanni Battista da Grumento Nuova, incaricato anche di dirigere il magistero dello Studentato di letteratura che, intanto, aveva sostituito il noviziato. Il complesso conventuale di S. Martino, più che per le sue qualità architettoniche, colpisce certamente per le sue caratteristiche legate all’ubicazione orografica, particolare se confrontata con tutti gli altri cenobi sparsi sul territorio campagnese, è costituito dalla chiesa, giardino,  convento e sepolcreto, adattandosi perfettamente al digradare della collina, attraversata dalla strada comunale e a strapiombo sul corso del torrente Tenza. L’opera dell’uomo, in questo caso, si inserisce mirabilmente nella natura circostante creando così un continuum spaziale ed una simbiosi con il paesaggio che ne fanno uno dei principali motivi di interesse di questo monumento. Chi vi giungesse dal centro di  Campagna si troverà, dopo un piccolo sentiero, in un ampio spiazzo dal quale si possono scorgere i resti della facciata principale della chiesa e la bella croce in pietra antistante, sulla sinistra la rampa con il portalino d’accesso al chiostro e i giardini terrazzati. La chiesa conventuale  è a pianta rettangolare allungata, a sala unica, con 6 cappelle laterali, tre a sinistra e altrettante a destra, con rispettive finestre superiori (quelle di sinistra si aprono su uno dei corridoi del chiostro del secondo livello); completano l’ambiente chiesastico un ambiente voltato a padiglione dietro l’abside, alcuni locali sotterranei, un tempo adibiti a sepolcreto. Le 3 cappelle, poste sul fianco destro della chiesa, che costituiscono un corpo di fabbrica più basso rispetto all’intero edificio, potrebbero essere state aggiunte in un momento successivo alla fondazione dell’intera struttura, a giudicare dal tipo di materiale lapideo e dall’intonaco utilizzati. Non e dato sapere se con il forte terremoto del 1694, che colpì duramente il territorio di Campagna, la chiesa ed il convento abbiano subito danni rilevanti, al punto da costringere i frati a ricostruire delle parti di fabbrica distrutte e dar corso a lavori di ampliamento dell’originario impianto architettonico. Lavori che invece risultano certi nel 1769 a fianco della sagrestia come attestato dai documenti. L’altare maggiore in marmo policromo del settecento, recante sui lati le iniziali C.C. e E.D., e  parte degli arredi sacri si conservano  oggi nella  Cattedrale di Campagna, nella cappella della Confraternita del Monte dei Morti. Il chiostro conventuale e i locali per la comunità dei PP. Cappuccini si sviluppavano su due piani, ad una quota maggiore rispetto alla chiesa, l’accesso al convento vero e proprio è assicurato da un ingresso con portale in pietra che si apre ad occidente, al termine della rampa che affianca la facciata della chiesa. Il cortile è a pianta rettangolare (12x8 m.) e presenta, sul lato sud, un porticato con pilastri e 3 archi a tutto sesto in muratura; mentre gli altri tre prospetti interni al cortile sono in muratura, con accessi e aperture ai locali attigui. Al centro del cortile vi è un pozzo, profondo circa 10 m., mentre un’altra cisterna si trova vicino al suddetto porticato. I locali attorno al cortile erano adibiti agli usi giornalieri della comunità religiosa ed erano costituiti dal refettorio, nel quale si conservano i resti dell’unico affresco ritrovato: si tratta di una rappresentazione dell’ultima cena ed è incluso  nella parete voltata in fondo alla sala (dell’opera non si conosce né l’autore né la data della sua realizzazione). Troviamo quindi la cucina (nella quale si conserva parte del camino), le dispense, la cantina e altri locali di servizio. Al piano superiore vi erano invece i locali per la notte (le celle), che si sviluppavano attorno al cortile e, nella zona posteriore del convento, attualmente completamente diroccata, i locali per la lettura, la scrittura e una biblioteca abbastanza fornita contenente più di 300 volumi; Del piano superiore mancano gran parte delle celle, conservatesi soprattutto nella zona a ridosso della parte rocciosa ad Est, e le coperture, che, del resto, sono andate perdute in tutto il complesso conventuale. Attualmente tutto il complesso versa in condizioni di degrado allo stato di rudere.

Brani tratti dal libro "Il convento dei cappuccini tra storia e recupero" di Lucio Ganelli, Eboli 1999.

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